Diario di viaggio estate 2022
Durante questo viaggio, effettuato in piena estate con mio fratello, abbiamo visitato sia le destinazioni più famose della Turchia, come Istanbul, la Cappadocia ed Efeso, che alcune città dell’Anatolia, oltre a delle località balneari sul Mar Mediterraneo.
Buona parte del tour è stato fatto con un’auto a noleggio, con cambio di alloggio ogni notte, Istanbul e Cappadocia escluse, a cui abbiamo dedicato più tempo.
Prima del viaggio, una volta acquistati i voli, abbiamo stilato un itinerario e prenotato di conseguenza tutti gli hotel, segnandoci inoltre le cose più interessanti da vedere lungo il percorso.
La sera precedente alla partenza, come nostra abitudine, prepariamo la valigia per quella che sarà una vacanza di 14 giorni pieni, escludendo le due giornate di spostamento dall’Italia alla Turchia e viceversa; sarà un grande piacere per me ritornare in questo Paese, dal popolo molto accogliente e gentile, così ricco di bellezze sia naturali che di ingegno umano.
Sabato 30 Luglio
Il nostro volo per Istanbul è previsto per le 17.20 dall’aeroporto di Bergamo, che raggiungiamo circa 2 ore e mezza prima per poter svolgere check-in e controlli con la dovuta calma.
Scopriamo subito che il volo della Pegasus Airlines è ritardato di mezz’ora, ma quantomeno poi non ci saranno ulteriori rinvii; atterriamo perciò all’aeroporto di Sabiha Gökçen più tardi del previsto, alle 21.20, dopo poco più di 2 ore di viaggio (bisogna considerare la differenza di fuso orario fra Italia e Turchia, che in estate è di 1 ora), ma le pratiche di ingresso sono piuttosto veloci ed in pochi minuti abbiamo il nostro timbro di ingresso nel Paese e ritiriamo le valigie.
Per raggiungere il nostro hotel, situato nella zona di Sultanahmet ed in cui alloggeremo 3 notti, prendiamo un taxi, per evitare di cambiare mezzo ed arrivare troppo tardi.
La distanza dall’aeroporto è notevole, quasi 50 chilometri, ma il traffico abbastanza scorrevole, almeno fino a quando non arriviamo nella parte europea di Istanbul, passando sotto il Bosforo grazie all’Eurasia Tunnel.
Giunti a destinazione ci rendiamo subito conto della differenza di prezzi con l’Italia, dato che la corsa in taxi ci costa in tutto 460 Lire Turche, pedaggi compresi, circa 25 € al cambio vigente (1 € = 18 Lire Turche).
Non abbiamo molta fame e perciò facciamo il check-in in hotel e ci accontentiamo di sgranocchiare qualche snack rimasto dal viaggio, prima di una bella dormita che ci darà l’energia per esplorare Istanbul dal giorno successivo.
Domenica 31 Luglio
Dopo un’abbondante colazione, che ci introduce al cibo tipico della Turchia, un po’ differente in alcuni aspetti rispetto a quello a cui siamo abituati, siamo pronti per un primo giro nella grande metropoli.
L’hotel si trova vicino alla storica stazione di Sirkeci, con diverse delle principali attrazioni di Istanbul non molto distanti, quindi ci incamminiamo verso la zona della Moschea Blu e di Hagia Sophia.
Sono quasi le 9 del mattino e passiamo davanti all’entrata della Basilica Cisterna, dove c’è già un po’ di fila per entrare, ma non troppo lunga e quindi ci accodiamo pure noi e dopo 10 minuti la possiamo visitare.
In fase di preparazione dell’itinerario eravamo dispiaciuti di non poter visitare questo luogo, poiché era chiuso per restauro dal 2018, ma per nostra fortuna i lavori sono terminati giusto pochi giorni prima del nostro viaggio.
Questo monumento si rivelerà uno dei più impressionanti ed affascinanti dell’intero viaggio; è presente un gioco di luci che si alternano a tratti di quasi buio che mettono in risalto l’architettura di questa cisterna sotterranea, lunga ben 140 metri e che ricorda una grande chiesa cattolica per via delle oltre 300 colonne che la sorreggono.
La visita si svolge camminando su delle passerelle, poiché sul pavimento è tuttora presente uno strato di acqua in cui in passato vivevano anche dei pesci, che però non sono più stati reintrodotti dopo quest’ultimo restauro.
Ritornati all’aria aperta continuiamo verso Piazza Sultanahmet, dalla forma stretta ed allungata, poiché qui sorgeva al tempo di Costantinopoli e dell’Impero Romano d’Oriente un ippodromo, a fianco della quale visitiamo l’interessante Museo di arte turca e islamica.
Con l’occasione acquistiamo il Museum Pass Türkiye, un pass dal costo di 1.000 Lire Turche che permette di visitare nell’arco di 15 giorni tutti i principali siti turistici ed archeologici del Paese, senza inoltre dover far la fila per acquistare un ticket ad ogni attrazione.
Cambiamo zona e dopo essere passati vicino al Grande Bazar, chiuso di domenica, raggiungiamo il famoso Ponte di Galata, dove ci fermiamo a pranzare in uno dei ristoranti che si trovano sotto il piano stradale; ci accomodiamo al secondo piano così da ammirare il Bosforo e l’intenso traffico di traghetti ed altre imbarcazioni, mentre ogni tanto spunta pochi metri più in là anche un secchio calato dall’alto da uno dei tanti pescatori che affollano ad ogni ora del giorno il ponte.
Affrontiamo quindi un tratto di salita che ci porta alla Torre di Galata, dalla quale si può ammirare uno splendido panorama a 360 gradi su Istanbul, grazie all’ottima posizione di questa torre medievale in pietra costruita dai genovesi nel 1348.
Proseguiamo verso l’area di Taksim, dove osserviamo il caratteristico e storico tram rosso che percorre l’Istiklal Caddesi, lunga strada pedonale sempre molto affollata e ricca di negozi.
Dopo una veloce visita alla Basilica di Sant’Antonio di Padova, scendiamo verso il Bosforo e la fermata di Tophane, da dove prendiamo il tram T1 che ci riporta in hotel, dove ci riposiamo un paio di ore.
In programma abbiamo la visita della Basilica di Santa Sofia, davanti alla quale troviamo una lunghissima fila e perciò andiamo direttamente alla vicina Moschea Blu, dove c’è molta meno gente, anche perché è in fase di ristrutturazione ed è possibile entrare solo in una piccola parte della struttura, con inoltre delle impalcature che non permettono di contemplarla a pieno.
Vaghiamo ancora un po’ nei quartieri circostanti e poi ci fermiamo a mangiare in un ristorante che si trova proprio di fianco al nostro hotel, di cui ci aveva convinto il menù esposto e che non deluderà le aspettative, con un kebab davvero gustoso ed abbondante.
Lunedì 1 Agosto
Questa giornata sarà interamente dedicata ad Istanbul, iniziando dal Palazzo Topkapı, anch’esso situato piuttosto vicino al nostro alloggio, per cui lo raggiungiamo a piedi, attraverso l’adiacente Parco di Gülhane.
Utilizziamo il nostro Museum Pass Türkiye (basta passarlo ai tornelli) ed entriamo così in men che non si dica in questo enorme complesso di edifici che ha ospitato per secoli i sultani ottomani; fra gli edifici che visitiamo ci sono l’harem imperiale, la chiesa bizantina di Santa Irene, in parte in fase di restauro, le antiche cucine e varie sale e cortili.
Lasciata l’opulenza di questo luogo ricco di tesori e reliquie del glorioso Impero ottomano andiamo un’altra volta verso la Basilica di Santa Sofia, ma la fila ci sembra ancora più lunga dell’altro giorno, quindi rimandiamo un’altra volta la sua visita e ci infiliamo nell’intricato Grande Bazar, dove i negozi sembrano non finire mai.
Riusciamo a trovare un piccolo ristorantino proprio all’interno del bazar per un pranzo veloce, prima di rituffarci nel mare di gente che affolla quello che può essere considerato un vero e proprio enorme centro commerciale.
Attraversiamo anche il Bazar Egiziano e poi torniamo in hotel per una doverosa pausa, che ci serve anche per programmare il resto della giornata.
La nostra scelta ricade su un giro pomeridiano in traghetto sul Bosforo, dal molo di Eminönü fino ad Ortaköy ed all’omonima piccola ma molto bella moschea, che ci consente di ammirare Istanbul da un ulteriore punto di vista; con nostra sorpresa riusciamo anche a vedere alcuni delfini!
Nel quartiere osserviamo anche uno dei famosi gelatai di Istanbul, quelli che potrebbero far perdere la pazienza a più di qualche turista ansioso di gustarsi il suo gelato.
Continuiamo poi a piedi verso Beşiktaş, quartiere noto per la squadra di calcio, di cui vediamo dall’esterno lo stadio e passiamo davanti al Palazzo Dolmabahçe, che è però chiuso dato che sono già le 6 del pomeriggio.
L’ultima parte la facciamo col tram T1, già usato il giorno prima, ma stavolta scendiamo nei pressi della Basilica di Santa Sofia, dove c’è ancora una discreta fila, che stavolta però decidiamo di fare, anche perché il giorno dopo lasceremo la città; la chiesa, riconvertita da poco in moschea, è davvero bella ed è oltretutto gratuita.
Dopo una serata tranquilla andiamo a dormire abbastanza presto, dato che la mattina seguente ci dobbiamo svegliare alle 7 per prendere il treno veloce che ci porterà nella capitale della Turchia, Ankara.
Per vedere bene Istanbul sarebbero necessari più di 2 giorni, ma non siamo amanti delle grandi città e del loro traffico e caos, quindi piuttosto ci ripasseremo in un futuro viaggio, visitando le attrazioni che abbiamo saltato in questa occasione.
Martedì 2 Agosto
Dopo la solita abbondante colazione in hotel siamo pronti a lasciare Istanbul e ci rechiamo nella vicina stazione di Sirkeci, dove prendiamo la Marmaray, linea ferroviaria suburbana che con un lungo tunnel passa sotto il Bosforo e ci porta a Söğütlüçeşme, da dove alle 9.10 partirà il nostro treno veloce (YHT) per Ankara.
Abbiamo optato per questa opzione sia perché più veloce dei bus, sia perché mi piace molto viaggiare in treno ed osservare dal finestrino il paesaggio che scorre attorno; il prezzo per un biglietto è oltretutto ottimo, considerando la distanza paragonabile ad un Milano-Roma in Italia, di poco superiore ai 10 €.
Ho però dovuto acquistare i biglietti tramite un’agenzia locale, pagandoli una manciata di Euro in più, poiché facendolo dal sito ufficiale delle ferrovie turche bisognava inserire un numero telefonico turco, che io ovviamente non avevo.
Per raggiungere il binario del treno bisogna prima far passare i bagagli in uno scanner, come in aeroporto, ma poi ci si può tranquillamente accomodare al proprio posto sia mezzora prima che a pochi minuti dalla partenza.
I sedili sono molto comodi e con ampio spazio per le gambe, mentre la velocità fra Istanbul e Sapanca non è propriamente quella di un treno veloce, poiché quel tratto di linea è stato solo adattato, mentre in seguito viaggeremo quasi sempre a circa 250 Km/h fino alle porte di Ankara, che raggiungiamo dopo 5 ore.
Dalla moderna ed enorme stazione dobbiamo camminare 10 minuti per giungere all’hotel e dopo le solite operazioni di check-in siamo pronti per esplorare la capitale, iniziando dall’Anıtkabir, il maestoso mausoleo costruito in onore di Kemal Atatürk, il politico ed eroe nazionale a cui si deve la nascita della Turchia sulle ceneri dell’impero ottomano.
Per arrivare al mausoleo bisogna salire su una collina, passando anche in questo caso per questioni di sicurezza attraverso uno scanner; il caldo inizia a farsi sentire ma in pochi minuti siamo nell’area monumentale, passando prima da un bel viale pedonale lastricato.
L’Anıtkabir è un imponente edificio rettangolare circondato da altre strutture all’interno delle quali si trovano numerosi cimeli ed oggetti legati alla guerra d’indipendenza turca ed allo stesso Atatürk; la visita risulta piacevole ed è gratuita, inoltre si gode di un bel panorama sulla città.
Ormai sono le 16.30 ed abbiamo mangiato solo degli snack sul treno, quindi optiamo per una cena molto anticipata in un ristorantino ai piedi della collina, dove prendiamo delle gustose pide (le pizze turche) assieme a qualche contorno; il personale è molto gentile nonostante non parli inglese ed i prezzi inferiori a quelli di Istanbul.
Dopo una sosta in hotel, facciamo una passeggiata serale nella zona del Parco di Gençlik, dove ci concediamo un gelato tipico turco, il dondurma, più denso rispetto a quello italiano, ma comunque gradevole.
Finisce così un’altra giornata di viaggio in una città che, nonostante i suoi 5 milioni di abitanti, ci sembra molto più tranquilla e pacata rispetto ad Istanbul.
Mercoledì 3 Agosto
Nel pomeriggio inizierà il nostro tour in auto che avrà come prima tappa la Cappadocia, ma prima dedichiamo ancora qualche ora ad Ankara ed in particolare alla sua zona più antica.
Per raggiungere il distretto storico di Hamamönü prendiamo la metropolitana alla fermata di Maltepe in direzione Kurtuluş; qui troviamo solo una macchinetta per fare i biglietti, che però non ci consente di fare il ticket semplice, così cerchiamo di spiegare il problema all’addetto al tornello, che decide di farci passare e quindi saliamo sul treno senza pagare.
Ad Hamamönü sono stati ristrutturati oltre 200 edifici, alcuni dei quali trasformati in caffè, hotel o negozi, che danno l’idea di essere tornati indietro nel tempo, durante il periodo ottomano.
Proseguiamo verso la Cittadella, ma prima visitiamo il Museo delle Civiltà Anatoliche, molto ben strutturato e ricco di pezzi interessanti, suddivisi per periodo storico.
Anche nella Cittadella si respira un’atmosfera ottomana e dal suo castello si può ammirare tutta Ankara, senza la folla di turisti che si trova ad Istanbul.
Visto che è di strada ci fermiamo inoltre al museo Rahmi M. Koç, dedicato a tecnologia e scienza, dove passiamo una piacevole oretta, stando attenti a non sbattere la testa sui soffitti molto bassi delle entrate di alcune stanze.
Il ritorno all’hotel stavolta lo facciamo a piedi in un percorso che si rivelerà più lungo del previsto a causa di alcuni lavori in corso; qui riprendiamo i nostri bagagli lasciati presso la reception e torniamo alla stazione dei treni, allo sportello della Enterprise, con cui abbiamo prenotato un’auto a noleggio che useremo nel resto del viaggio.
Dopo un meticoloso controllo della nostra vettura da parte dell’addetto, così da evitare spiacevoli inconvenienti alla riconsegna, siamo pronti a partire, in direzione sud.
Invece dell’autostrada prendiamo la strada normale, sia perché i limiti di velocità sono comunque alti (110 Km/h) ed anche per effettuare una sosta al Lago Salato.
Sono le 16 del pomeriggio e scendendo dall’auto si percepisce all’istante il caldo, col termometro vicino ai 40° C; il lago è molto particolare, senza acqua come si intuisce dal nome, e si può camminare fino a dove si vuole, ma pochi minuti dopo siamo di nuovo in macchina.
Imboccata l’autostrada O-21 proseguiamo in direzione di Nevşehir, da dove raggiungiamo poi la meta finale ed il nostro hotel delle prossime tre notti, a Göreme, nel cuore della Cappadocia, giusto in tempo per assistere ad un favoloso tramonto, su un paesaggio davvero unico e che ci lascia senza fiato.
Dopo una deliziosa cena sulla terrazza panoramica di un ristorante situato nelle vicinanze, torniamo presto alla nostra stanza di hotel, anch’esso molto tipico ed in parte scavato nella roccia, poiché il giorno seguente mio fratello deve svegliarsi molto presto per un volo in mongolfiera.
Giovedì 4 Agosto
Mentre mio fratello si sveglia prima dell’alba per il tour in mongolfiera io dormo ancora un pochino, ma non troppo, poiché voglio salire sul punto panoramico per godermi lo spettacolo.
L’emozione di vedere moltissime mongolfiere sui cieli della Cappadocia è davvero grande, col sole che piano piano fa capolino dalla montagna di fronte e con le rocce che cambiano colore; scatto un gran numero di foto (anche per altri turisti) da diverse angolature e posizioni.
Torno all’hotel ed aspetto mio fratello per la colazione; per lui è stata un’esperienza ancora più incredibile, visto che ha potuto vedere il territorio da molto più in alto rispetto a me!
A metà mattinata ci dirigiamo a piedi verso il museo all’aperto di Göreme, un’area rocciosa in cui sono state scavate varie chiese e cappelle greco-ortodosse, che conservano ancora oggi interessanti affreschi, anche se purtroppo in parte rovinati dal passare del tempo.
Rifacciamo il percorso a ritroso, ma con una doverosa sosta bar, poiché il caldo inizia a farsi sentire.
Nel pomeriggio prendiamo invece l’auto per visitare la città sotterranea di Kaymaklı, altra splendida esperienza, anche se le stanze e gli stretti cunicoli da percorrere possono mettere un po’ in difficoltà se non si amano gli spazi chiusi, ma le temperature sono decisamente inferiori rispetto all’aria aperta.
Al ritorno cambiamo strada e ci fermiamo prima nel piccolo borgo di Mustafapaşa, meno turistico e più autentico rispetto a Göreme ed in seguito al castello di Uçhisar, scavato all’interno di un alto picco roccioso molto malleabile e dalla cui cima possiamo ammirare una delle più belle viste della Cappadocia.
Tornati alla base ci gustiamo un’altra sostanziosa cena, in un ristorante dove il cameriere mi redarguisce (giustamente) perché taglio la mia pide col coltello, ed andiamo a dormire abbastanza presto, visto che la giornata è iniziata molte ore prima.
Venerdì 5 Agosto
Oggi ce la prendiamo comoda e ci svegliamo dopo le 8, con l’idea di effettuare un trekking nella vicina Valle dei Piccioni.
La camminata di circa 6 chilometri in tutto sarà molto piacevole e panoramica, anche se sbagliamo un paio di volte sentiero poiché a tratti non è ben segnalato; lungo il percorso incontriamo anche due ragazze italiane partite da Uçhisar, con cui scambiamo quattro chiacchiere.
Il pomeriggio lo dedichiamo invece ai Camini delle Fate di Pasabag, dove troviamo molti turisti ed al vicino e meno frequentato museo all’aperto di Zelve (incluso nel ticket), che ci colpisce di più rispetto a quello di Göreme visitato il giorno prima, forse per via dell’ambiente più selvaggio.
Dopo un veloce passaggio nella Valle di Devrent torniamo a Göreme e per cena proviamo il testi kebab, che ha la particolarità di essere cotto in delle brocche di terracotta, aperte poi davanti ai vostri occhi dal cameriere con una sorta di scalpello.
Ci corichiamo e siamo dispiaciuti di dover lasciare il giorno dopo la Cappadocia, una regione unica e che ci ha regalato così tante emozioni e ricordi indelebili.
In realtà domani, sulla strada per Konya, faremo un’altra tappa in questa stupenda regione, visitando la Valle di Ihlara.
Sabato 6 Agosto
Dopo la doverosa colazione sulla terrazza panoramica dell’hotel, da dove ammiriamo per l’ultima volta le particolari formazioni rocciose che caratterizzano la Cappadocia, lasciamo Göreme in direzione sud-ovest; passati un po’ di minuti inizieremo ad intravedere un’imponente ed affascinante montagna che ci farà compagnia per molti chilometri, l’Hasan Dağı.
Poco prima del paese di Ihlara notiamo un’ampia e verde spaccatura nel paesaggio abbastanza brullo, la Valle di Ihlara, impressionante già da lontano.
Raggiunto il parcheggio di accesso alla valle bisogna scendere circa 400 scalini per ritrovarsi sul fondo della stessa e sulle rive del fiume che l’ha scavata; il pensiero va inevitabilmente alla fatica che dovremo fare per ritornare su.
La camminata si svolge in un ambiente molto bello e rilassante, ma ad un certo punto facciamo una deviazione per salire verso una delle chiese scavate nella roccia, simile a quelle che abbiamo visto nei giorni precedenti.
Lungo il percorso ci imbattiamo poi in un punto di ristoro molto particolare, con alcuni gazebo sopra il fiume e che si raggiungono con una breve passerella ed anche alcuni tavolini dentro il fiume dove ci sediamo noi, mettendo i piedi in ammollo nell’acqua piuttosto fresca.
Ormai è ora di affrontare i gradini per tornare al parcheggio, stavolta in salita e quindi con molta più fatica; breve sosta pranzo con kebab e patatine fritte e siamo pronti a ripartire, alla volta di Konya.
In circa 2 ore e mezza raggiungiamo questa grande città, che visitiamo subito, dato che il suo monumento più significativo, il Mausoleo di Mevlana è a pochi passi dal nostro hotel.
Qui vengo fermato da un ragazzo che mi chiede se voglio rispondere ad alcune domande per un video che stanno girando per un canale youtube locale; accetto nonostante il mio inglese non proprio eccellente ed in qualche modo me la cavo.
Visitato il bel mausoleo, giriamo brevemente nei dintorni, poiché poco dopo vogliamo raggiungere il Centro Culturale di Mevlana, per vedere l’esibizione dei dervisci rotanti, che si svolge ogni sabato.
Conosco questa danza così inusuale perché l’ho vista in alcuni documentari, ma assistervi dal vivo è qualcosa di speciale ed unico; fortunatamente la nostra giornata a Konya è capitata proprio di sabato, per cui non ci siamo fatti scappare l’opportunità di questo incredibile spettacolo.
Passiamo davanti alla moschea illuminata di Selimiye e, dopo un’abbondante cena in un ristorante poco distante, torniamo in hotel, al termine di un’altra giornata molto soddisfacente.
Domenica 7 Agosto
È già tempo di lasciare Konya, una città che avrebbe meritato più attenzione, ma il nostro itinerario è fitto ed oggi dobbiamo raggiungere la costa mediterranea.
Procediamo verso Beyşehir e l’omonimo lago in un ambiente che diventa sempre più montuoso e verdeggiante; qui troviamo anche un tratto di strada nuovo di zecca, ma con traffico molto scarso.
Pochi giorni prima della partenza avevo trovato per questa parte del viaggio un’attrazione che mi incuriosiva, la Grotta di Altınbeşik, che si raggiunge tramite una strada piuttosto tortuosa ed a pagamento, poiché costituisce un parco nazionale.
La particolarità di questa grotta scoperta solo nel 1966, o almeno la parte aperta al pubblico, è che si visita con una guida locale a bordo di un gommone, pagando soltanto 30 Lire a testa (nemmeno 2 €), dato che è in parte occupata da un lago sotterraneo lungo qualche centinaio di metri.
Il tour dura solo 20 minuti, ma risulta davvero interessante e rinfrescante, col ragazzo che manovra il gommone e che fa da guida, che ci illustra in inglese le caratteristiche della grotta.
Riprendiamo l’auto e decidiamo di seguire una strada secondaria molto panoramica, con dei tratti a strapiombo dove si può ammirare il fiume sottostante, mentre in seguito c’è un lungo pezzo in cui sono stati abbattuti una marea di alberi, non capiamo se a causa di incendi o per altri motivi.
Effettuiamo quindi una sosta pranzo presso la cascata di Manavgat, che troviamo piuttosto deludente, col parco circostante pieno di negozi di souvenir e bar.
Siamo vicini alla nostra meta odierna, Side, una cittadina che conserva un centro storico molto affascinante e ricco di rovine greco-romane; il nostro alloggio è proprio nel cuore della città, dove però non si potrebbe accedere in auto, ma spiegata la situazione al posto di guardia ci fanno passare almeno per scaricare i bagagli.
La strada passa fra i resti millenari di Side ed a fianco dell’antico e ben conservato teatro, che visiteremo poco dopo; qui si sente ancora di più il caldo di agosto, con temperature simili a quelle già incontrate nei giorni precedenti, non distanti dai 40° C, ma con in più un’elevata umidità.
Dopo una breve passeggiata nel centro storico, dove sono ancora in piedi alcune colonne del Tempio di Apollo, ci concediamo un doveroso bagno nel Mar Mediterraneo e qualche ora di puro relax.
Un’altra cosa che notiamo la sera, è che diversi locali, compreso il ristorante dove ci fermiamo per cena, hanno una parte di pavimento trasparente, così da poter osservare le sottostanti rovine della città antica.
Lunedì 8 Agosto
Lo spostamento odierno sarà più breve, ma abbiamo in programma due soste lungo la strada, la prima già una mezzoretta dalla partenza.
Percorriamo la strada principale verso Antalya, ma ad un certo punto svoltiamo a destra per visitare l’antico teatro di Aspendos, molto bello e ben conservato; nei suoi dintorni si trovano inoltre altre rovine e lo possiamo osservare anche dall’alto da una vicina collinetta.
Ripreso il tragitto verso il capoluogo provinciale ci fermiamo alla cascata bassa del Düden, col fiume che si getta in mare da una scogliera alta circa 40 metri, un vero spettacolo della natura.
Pranziamo nelle vicinanze e poi decidiamo di oltrepassare Antalya, anche perché sono le ore più calde della giornata, dirigendoci direttamente alla nostra meta di oggi, Kemer, anch’essa situata sulla costa mediterranea.
Dopo una veloce pausa in hotel riprendiamo l’auto per andare nell’antica città di Faselide, dove si può conciliare la visita del sito archeologico con un tuffo in mare; come per la maggior parte delle attrazioni viste durante il viaggio possiamo utilizzare il nostro Museum Pass, senza pagare per il ticket singolo.
Sono presenti due spiagge, una sassosa vicino all’ingresso ed un’altra di sabbia più avanti, in un gradevole paesaggio con sullo sfondo le imponenti montagne del Tauro.
Torniamo poi a Kemer per la serata ed una passeggiata nel centro e sul lungomare.
Martedì 9 Agosto
Anche oggi resteremo sempre nei pressi del Mar Mediterraneo, percorrendo una delle parti più belle della Costa Turchese, da Kemer a Kaş, graziosa cittadina sulle pendici dei Monti Akdağ.
La nostra prima sosta sarà ad Olympus, un’altra delle tante e splendide antiche città ellenistiche della Turchia ed in particolare di quest’area del territorio, la Licia; le rovine sono molto interessanti e giungono fino nei pressi del mare, ma anche oggi il clima è torrido fin dal mattino.
Proseguiamo poi fino a Demre ed al sito archeologico di Myra, dalle caratteristiche tombe scavate nella roccia e con un teatro in buono stato di conservazione.
Parcheggiamo di fronte ad un minuscolo punto di ristoro dove facciamo due chiacchiere col signore che lo gestisce, prendendo una spremuta di arance fresca, bevanda che si trova un po’ dappertutto nel Paese.
Per il pranzo aspettiamo di arrivare a Kaş, dove dormiremo questa notte; arriviamo alla pensione prenotata dall’Italia su booking.com, ma il proprietario ci dice che il giorno prima un cliente è stato trovato positivo al covid e che non può darci la stanza. Ci dice che comunque ha già provveduto a trovarci un’altra sistemazione in un hotel a 4 stelle lì vicino, ma senza variazione di prezzo!
Stavolta ci limitiamo ad osservare il mare dall’alto e piuttosto ci facciamo un giro a piedi per la cittadina, fino all’antico teatro di Antiphellos, villaggio greco che sorgeva nel passato in quest’area.
Mercoledì 10 Agosto
Dopo tante visite di tipo storico e culturale cambiamo un po’ registro, anche alla ricerca di una pausa dal clima rovente delle ultime giornate.
Seguiamo inizialmente la costa per poi deviare verso l’interno ed il parco nazionale di Saklıkent, la cui attrazione principale è l’omonimo canyon scavato dal torrente Dargaz, nel quale ci si intrufola fra pareti alte diverse centinaia di metri.
Nella prima parte si percorre una passerella rialzata, ma subito dopo bisogna attraversare un ruscello non molto profondo, ma con l’acqua che è piuttosto fredda, nonostante il periodo; si prosegue poi per un paio di chilometri fra tratti all’asciutto ed altri coi piedi nell’acqua, più calda e tranquilla rispetto a prima.
Il canyon diventa man mano più stretto, fino a soli pochi metri di larghezza e ad un certo punto una roccia impedisce di proseguire ulteriormente, se non aiutati da degli addetti del parco, previo pagamento ed indossando caschetto ed imbragatura, o rischiando di farsi male, cosa che quasi succede ad un turista avventato davanti a noi.
Ormai è già ora di pranzo ed anche qui, come nella Valle di Ihlara, sono presenti dei punti di ristoro vicini al torrente molto graziosi e caratteristici.
La prossima tappa è ad Ölüdeniz, ma non sulla spiaggia, bensì al Monte Babadağ, che si può raggiungere comodamente tramite un’ardita e lunga cabinovia che parte nei pressi del paese.
La risalita fino ai quasi 2.000 metri di questa montagna è molto panoramica, poiché si vede quasi sempre la costa ed il mare, anche se c’è un pelo di foschia; un ultimo breve tratto si fa in seggiovia.
Il Monte Babadağ è molto famoso fra gli appassionati di parapendio ed infatti anche oggi ci sono diversi amanti di questo sport in azione, oltre ai semplici turisti saliti in funivia come noi, alla ricerca di un po’ di frescura.
Torniamo al parcheggio e guidiamo fino alla tappa finale di oggi, Dalyan, un’incantevole località distante qualche chilometro dal mare, dove passeremo la serata.
Questa cittadina sorge lungo le rive dell’omonimo fiume e ce ne accorgeremo alla sera al ristorante, quando veniamo assaliti da un nugolo di zanzare, ma per fortuna la cameriera viene in nostro soccorso con un flaconcino di repellente, utile per limitare i danni.
Giovedì 11 Agosto
Nella prima parte di giornata restiamo a Dalyan, perché vogliamo rilassarci qualche ora nella spiaggia di İztuzu, uno dei pochi luoghi in Turchia dove le tartarughe Caretta Caretta depongono le loro uova.
Per arrivare alla spiaggia si può percorrere una strada oppure optare per un pittoresco viaggio in battello, percorrendo il fiume fino a poco prima del mare, spendendo una manciata di Euro, come abbiamo fatto noi, se si opta per il servizio pubblico, con barche praticamente ogni ora, oppure scegliendo uno dei tanti tour privati e molto più costosi che partono dal paese.
Ci accomodiamo insieme ad altri turisti sull’imbarcazione indicata, ma dopo qualche minuto ci fanno spostare su un’altra barca, probabilmente perché la prima aveva qualche problema al motore; ci vuole più di mezzora per arrivare a destinazione, ma il paesaggio è molto bello e durante il percorso si intravedono anche le tombe, scavate nella roccia, dell’antica Kaunos.
La spiaggia è lunghissima e si possono affittare a buon prezzo degli ombrelloni e dei lettini oppure sistemarsi negli spazi liberi, evitando però i punti dove le tartarughe hanno deposto le uova, delimitati da appositi segnaposto.
L’acqua del mare è pulitissima e facciamo più volte il bagno, prima di riprendere la via del ritorno, sempre in barca.
Verso le due del pomeriggio ripartiamo in auto alla volta di Pamukkale, una località davvero particolare ed unica nel suo genere, che visiteremo con calma la mattina seguente.
Lungo il tragitto incappiamo nella prima pioggia di un viaggio fin qui sempre con bel tempo; poco prima di arrivare a destinazione l’auto ci segnala che c’è una gomma sgonfia, ma quando ci fermiamo e scendiamo a controllare sembra tutto a posto.
In serata mangiamo in un ristorante con vista sulle bianche piscine naturali di Pamukkale, che da lontano danno l’impressione di una collina innevata, cosa però impossibile in pieno agosto!
Venerdì 12 Agosto
Verso le 8 siamo pronti per visitare il castello di cotone (la traduzione letterale di Pamukkale), così da evitare il picco di turisti, già abbastanza numerosi.
Questa collina bianca, con piscine naturali costituite da strati di calcare e travertino, era già nota per le sue proprietà termali ai tempi dei greci e poi dei romani, come si può intuire dal gran numero di rovine antiche che si iniziano a vedere una volta giunti sulla sommità e che è quel che resta della gloriosa città di Hierapolis.
Il paesaggio è strabiliante e si cammina a piedi nudi in alcune piscine, con l’acqua che diventa più calda verso la fine dell’ascesa, poiché proviene da delle sorgenti termali naturali ed è convogliata verso il basso da una sorta di torrente artificiale.
Proseguiamo fra le rovine di Hierapolis fino al teatro, ancora in ottime condizioni, prima di tornare all’hotel per riprendere il viaggio in auto, dove facciamo però un’amara scoperta; una ruota è effettivamente a terra, ma grazie all’aiuto del proprietario dell’albergo che ci accompagna fino ad un’officina lì vicino, riusciamo a farla riparare in breve tempo.
La spia di segnalazione del problema resta accesa e per sicurezza ci rechiamo nella filiale della Enterprise di Denizli, città da dove dobbiamo comunque passare; ci dicono che è tutto a posto, bisogna solamente schiacciare un bottone e la spia si spegne.
Possiamo quindi ripartire immediatamente in direzione di Selçuk, città nelle cui vicinanze sorge il più famoso sito archeologico della Turchia, Efeso.
Ci fermiamo lungo la strada per il pranzo, ma il cameriere parla solo turco e quindi chiediamo almeno di vedere un menù, visto che spesso ci sono le foto dei piatti serviti; come risposta ci manda un ragazzo che lavora nel ristorante, che mastica un po’ di inglese e così riusciamo ad effettuare il nostro ordine.
Visto che Efeso è aperta fino alle 20 riusciamo a visitarla già oggi; le rovine sono splendide, con l’enorme teatro che in parte è in fase di ristrutturazione e camminando in questo sito archeologico ci si rende conto delle bellezze create dall’uomo molti secoli fa.
Torniamo in città per la cena ed una breve passeggiata serale, prima di coricarci, in vista del trasferimento più lungo del viaggio, che ormai è agli sgoccioli.
Sabato 13 Agosto
Prima di ripartire facciamo un giro nella parte alta della città di Selçuk, dove si trova la fortezza, che però è ancora chiusa; riusciamo però a visitare le rovine dell’interessante Basilica di San Giovanni, situate poco sotto.
Ritornando all’hotel in una vetrina di un negozio vediamo dei simpatici gattini, che escono, ci vengono incontro ed iniziano a giocare coi lacci delle nostre scarpe.
La Turchia è piena di gatti, che vengono trattati molto bene, poiché spesso per strada ci sono delle vaschette con cibo e acqua per quelli randagi; anche i cani ricevono un trattamento simile.
Ripresa l’auto passiamo vicino a Smirne, ma non la visitiamo in questa occasione, e poi prendiamo l’autostrada O-5 verso Istanbul, a 3 corsie ed in ottime condizioni, anche perché è stata aperta pochi anni fa.
Visto che domani abbiamo il volo nel primo pomeriggio, stavolta non effettuiamo nessuna sosta intermedia, ma andiamo direttamente al nostro hotel a Bursa, così potremo dedicare qualche ora anche a questa grande città.
Alloggiamo in una zona vicina al centro storico, che quindi possiamo visitare a piedi, dal Ponte di Irgandı, che somiglia vagamente al Ponte Vecchio di Firenze, al Koza Han, un antico caravanserraglio oggi trasformato in mercato ed al vicino Grande Bazar, dove acquistiamo qualche prodotto locale tipico, da portare a casa come ricordo.
Raggiungiamo inoltre la collina di Tophane, da dove si ha un ottimo panorama sulla città ed infine facciamo una sosta alla Grande Moschea, davvero bella e che non ha nulla da invidiare a quelle di Istanbul.
Consumata l’ultima cena di questo viaggio in una zona ricca di ristoranti a due passi dall’hotel, torniamo nella nostra stanza e sistemiamo per l’ultima volta la valigia, aggiungendo al suo interno gli acquisti odierni.